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20/06/2010  - La consacrazione della biblioteca del Tribunale a San Giovanni Bosco. Un connubio tra Fede e Giustizia.
Fede e Giustizia. Questo è il binomio alla base della splendida iniziativa culminata, nella giornata del 14 giugno, nella Consacrazione della biblioteca del Tribunale alla figura di S. Giovanni Bosco. Sulla stessa ha già scritto Ammaturo, ma ritengo opportuno fare anche le mie personali considerazioni.
In questa sede non è necessario insistere sui motivi che hanno portato a questa scelta e che erano sintetizzati nel messaggio di dedicazione a firma dello scrivente e del Presidente del Consiglio dell’Ordine Avvocato Ariano: forte presenza dello spirito Salesiano a Tivoli; storia del Palazzo di giustizia adibito nel corso degli anni prima a prigione-scuola minorile e successivamente a scuola media. Ciò che conta è che sia stato recepito da tutti i presenti e da quanti hanno inteso commentare l’iniziativa lo spirito vero e profondo che ha determinato una scelta senza precedenti nella storia dei Tribunali italiani.
Non è sfuggito, in altre parole, che la presenza del “Santo dei giovani” sottolinea l’ideale destinazione di ogni ufficio giudiziario che non è, né deve essere, un mero luogo di repressione ma il luogo in cui devono trovare composizione i conflitti che minano il retto funzionamento della società civile. Si celebra in tal modo, nella città di Tivoli, il ritorno all’originaria concezione della giustizia come entità sacra e del Tribunale come il suo naturale tempio.
E’ per questo che mi è sembrato di dover più volte sottolineare il binomio di cui sopra. Il magistrato non può non operare, oggi come sempre, con serietà, impegno, dedizione, spirito di servizio, umiltà (nel senso latino del termine), attenzione e rispetto nei confronti delle persone con cui volta a volta è chiamato a confrontarsi. Se questi e non altri sono i requisiti che distinguono l’ottimo magistrato, cui la società civile necessariamente si ispira, tutto ciò è reso possibile se si dispone di un patrimonio in cui siano presenti, in maniera equilibrata, intelletto e sentimento, ragione e fede: fede nella giustizia senza aggettivi, fede nella giustizia che punta all’etica, fede nella giustizia che non è mai supponenza né alterigia né esagerato culto della personalità né autoreferenzialità. Solo in tal modo la giustizia diventa servizio, solo in tal modo la giustizia si pone in linea con i principi costituzionali, solo in tal modo il giudice scende dal piedistallo ed entra nella società per confrontarsi con i suoi pari e con il mandato che gli è stato conferito.
La Consacrazione, quindi, a S. Giovanni Bosco segna una svolta nel senso che d’ora in poi la giustizia nel Tribunale tiburtino non può non connotarsi di un grande spessore spirituale, di un forte impegno professionale, di un’etica del servizio in grado di accomunare magistrati, personale, avvocati ed ausiliari della giustizia.
Fa piacere allo scrivente la consapevolezza che quanto scritto è stato perfettamente condiviso da quanti hanno preso la parola, in particolare dal Presidente dell’Ordine Ariano, dal Presidente della Corte di Appello Santacroce presente in visita e dal Vescovo di Tivoli S.E. Mauro Parmeggiani, i quali hanno evidenziato in maniera egregia aspetti che rendono la giornata veramente indimenticabile. In una società che avverte sempre più profonda la crisi, se non il vuoto dei valori, la risposta data dal Tribunale di Tivoli è significativa oltre il fatto stesso di aver restituito alla biblioteca le caratteristiche dell’antica cappella del Collegio dei Nobili e di aver colmato un vuoto decorando la nicchia con una statua pregevolmente concepita e realizzata da un artista importante come Marco Ruffini.
La giornata del 16 riservata al pubblico, nonché agli Amministratori della città di Tivoli è stata l’occasione per ascoltare la parola del Primo Cittadino Sandro Gallotti. Dopo aver reso omaggio agli uomini che hanno vissuto “l’epopea” della nascita del nuovo Tribunale, ha trovato giusta l’idea di onorare in Tivoli la figura di Giovanni Bosco. L’Ufficio, che oggi rappresenta il fiore all’occhiello per la città (“Istituzione viva e preziosa”), visse momenti molto difficili, quando gli stanziamenti tardavano ad arrivare e lo stesso palazzo fu sgomberato perché pericolante. Si fece avanti allora Guidonia offrendo la propria disponibilità (situazione questa non nuova, avendo potuto lo scrivente riscontrarla nel rapporto tra Cassino e Sora e tra Velletri e Frascati!). La giornata del 16 giugno, perciò ha rappresentato un’ulteriore dimostrazione della sinergia che ha portato alla realizzazione del Tribunale e che è alla base delle iniziative vecchie e nuove volte a renderlo veramente centrale nell’attenzione della comunità (si pensi per tutte alle due giornate dedicate allo screening medico interamente gratuito di cui hanno usufruito oltre duecento persone; si pensi ancora ai lavori in atto nel cortile ed all’iniziativa di una prossima realizzazione di una teca con i cenni storico-artistici dei cinque Comuni del territorio che ospitano sedi di uffici giudiziari).
Il Presidente del Tribunale
dott. Bruno Ferraro